Pietro Novelli, il Monrealese (1603-1647)
Pietro Novelli, il Monrealese (1603-1647)

Adorazione dei Magi, senza cornice

Details
Pietro Novelli, il Monrealese (1603-1647)
Adorazione dei Magi, senza cornice
olio su tela, senza cornice
cm 131x103
Il dipinto e' in prima tela
Sale room notice
La stima del dipinto di lire 50-80.000.000

Lot Essay

La composizione del dipinto raffrontabile ad una serie di variazioni incentrate sul gruppo della Madonna con Bambino, rielaborato in opere su tela e a fresco come 'La Vergine col Bambino, Sant'Ignazio e San Francesco Saverio' a Palermo, Cattedrale; 'La Vergine concede le indulgenze a San Francesco' a Palermo, Galleria Regionale di Sicilia (gi a Palermo, Palazzo Reale, Cappella dei Vicer); o 'La Madonna con il Bambino e San Bernardo' ad Agrigento, Museo Civico (cf. rispettivamente AA.VV., Pietro Novelli e il suo ambiente, catalogo, Palermo, 1990, II.12, pp.194-195; II.58d, pp.302-305; II.77, pp.354-355). L'invenzione della composizione dovrebbe risalire a Ribera, che nella 'Madonna con Bambino e San Bruno' a Weimar, Schlossmuseum Kunstsammlungen (1624), produsse un prototipo plausiblimente noto ai pittori napoletani come allo stesso Monrealese. Sicch non sembra casuale neanche l'affinit compositiva rilevabile tra la figura del Re Mago in primo piano nel presente dipinto e quella di San Bruno nel quadro di Ribera. Il tema dell'Adorazione dei Magi raro nella produzione di Monrealese, essendo note sino ad oggi solo la versione frammentaria a fresco a Palermo, Galleria Regionale di Sicilia (gi a Monreale, Abbazia di San Martino alle Scale), e quella ad El Escorial, Museo del Palazzo di Borbone (cf. E. D'Amico e G. De Vito in Pietro Novelli e il suo ambiente, cit., II.14, pp.198-199, e II.63, pp.316-317). Il presente dipinto rappresenta una sintesi tra queste due versioni: la struttura compositiva del gruppo della Madonna col Bambino affine ad entrambe, mentre la soluzione di porre due dei tre Magi in ombra in secondo piano, presso una essenziale quinta architettonica, si ritrova nella versione a El Escorial. La datazione del presente dipinto dovrebbe aggirarsi verso il 1635-40 per la squillante gamma cromatica, tipica delle opere della breve maturit di Monrealese.