Lot Essay
Esposto alla "Mostra Individuale" dell'Artista alla XII Biennale di Venezia nel 1920 assieme ad altre 19 opere, questa importante tela reca sul verso l'omaggio scritto di artisti e amici, tra cui il grande Sargent, che ebbe a dire di lui: "è in Italia che ho incontrato il più grande pittore vivente: Antonio Mancini":
In questa opera datata 1919, immediatamente seguente al periodo di Frascati conclusosi nel 1918 - in cui l'Artista dopo i grandi successi nel mondo lavora nella città laziale per il ricco industriale francese Fernand Du Chène De Vère - si ammira una straordinaria robustezza nell'impianto compositivo - strutturato sulle due figure composte nei loro abiti bianchi ricchi di spessori e vibrazioni - ancora controllato nell'impostazione classicheggiante che non impedisce tuttavia la sontuosa esibizione della materia pittorica.
"Mancini è un occhio" scrisse Vittorio Pica, un occhio che capta ed accentua ogni palpito delle persone e delle cose.
In questa opera datata 1919, immediatamente seguente al periodo di Frascati conclusosi nel 1918 - in cui l'Artista dopo i grandi successi nel mondo lavora nella città laziale per il ricco industriale francese Fernand Du Chène De Vère - si ammira una straordinaria robustezza nell'impianto compositivo - strutturato sulle due figure composte nei loro abiti bianchi ricchi di spessori e vibrazioni - ancora controllato nell'impostazione classicheggiante che non impedisce tuttavia la sontuosa esibizione della materia pittorica.
"Mancini è un occhio" scrisse Vittorio Pica, un occhio che capta ed accentua ogni palpito delle persone e delle cose.