MORANTE, Elsa (1912-1985). Manoscritto autografo firmato (in testa alla prima pagina, al verso della copertina, e al verso dell'ultima) dello Scialle andaluso, il lungo racconto pubblicato nel '53 sulla rivista "Botteghe Oscure" e che poi darà il titolo al libro omonimo uscito nel '63 da Einaudi a fare il punto sulla prima parte della carriera della scrittrice romana, dedicata appunto all'esplorazione della forma-racconto (in particolare prelevando materiale proveniente dal primo libro di Morante, Il gioco segreto del '41). Nella nota autoriale al libro del '63, Morante preciserà che del libro il racconto Donna Amalia (risalente al 1950) è frammento di un romanzo-balletto mai stampato, intitolato Nerina (la definizione romanzo-balletto fa soprattutto riferimento alla fabula del racconto, dedicato alla contrastata passione per la danza della giovane vedova Giuditta, seguita dai figli gemelli Laura e Andrea). Il presente manoscritto
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MORANTE, Elsa (1912-1985). Manoscritto autografo firmato (in testa alla prima pagina, al verso della copertina, e al verso dell'ultima) dello Scialle andaluso, il lungo racconto pubblicato nel '53 sulla rivista "Botteghe Oscure" e che poi darà il titolo al libro omonimo uscito nel '63 da Einaudi a fare il punto sulla prima parte della carriera della scrittrice romana, dedicata appunto all'esplorazione della forma-racconto (in particolare prelevando materiale proveniente dal primo libro di Morante, Il gioco segreto del '41). Nella nota autoriale al libro del '63, Morante preciserà che del libro il racconto Donna Amalia (risalente al 1950) è frammento di un romanzo-balletto mai stampato, intitolato Nerina (la definizione romanzo-balletto fa soprattutto riferimento alla fabula del racconto, dedicato alla contrastata passione per la danza della giovane vedova Giuditta, seguita dai figli gemelli Laura e Andrea). Il presente manoscritto rivela che però anche il racconbto eponimo della raccolta (in copertina al quadernone di tela blu, scritto alle pp. 68-153 su carta pesante tagliata a mano, si legge infatti: Elsa Morante Lo scialle andaluso Manoscritto) faceva parte, in origine, del traliccio narrativo Nerina (al verso della copertina si legge infatti: Primo Manoscritto - N.B. non definitivo e incompleto di un episodio del romanzo non finito Nerina. L'episodio, riscritto in forma di racconto, è poi rimasto definitivamente in tale forma, col titolo Lo scialle andaluso). Il manoscritto è di straordinario interesse; non solo perché differisce radicalmente dalla versione che sarà pubblicata su rivista e confluirà nel volume omonimo, ma anche perché al verso delle pagine, oltre ad aggiungere rare inserzioni di materiale nuovo, il più delle volte Morante ospita considerazioni metanarrative, e in generale costruttive (per es. a pagina 69 si legge: ricordarsi di dire che il padre di Andreuccio morì prestissimo - quand'egli era ancora nella prima infanzia, così che lui quasi non se ne ricordava - magari dire che, prima di venire richiamato in guerra (quale? la guerra di Abissinia) egli era quasi sempre in viaggio o simili. Insomma Andreuccio cresciuto senza padre). Il manoscritto rappresenta quindi un eccezionale insight nel laboratorio narrativo di uno dei massimi scrittori del nostro Novecento, fotografato in progress al centro della svolta fondamentale della sua carriera: quella che dai modi famigliari e "romanzeschi" di Menzogna e sortilegio conduce alla ben diversa maniera, "leggendaria" e simbolica, dell'Isola di Arturo (che verrà pubblicato solo nel '57, ma è in elaborazione almeno dal '52): in questo senso divinato, si direbbe, dall'explicit del racconto (un distico qui ribadito, in guisa di esergo, al verso della controcopertina del quadernone): Andrea spesso s'immagina il futuro quale una specie di grande Teatro d'Opera, dietro le cui porte s'aggira una folla sconosciuta, misteriosa. Ma il personaggio fra tutti misterioso, ancora sconosciuto a lui stesso, è uno: Andrea Campese! Come sarà? Egli vorrebbe immaginare il futuro se stesso, e si compiace di prestare a questo Ignoto aspetti vittoriosi, abbaglianti, trionfi e disinvolture! Ma, per quanto la scacci, ritrova sempre là, come una statua, un'immagine, sempre la stessa, importuna: un triste, protervo Eroe avvolto in uno scialle andaluso.

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MORANTE, Elsa (1912-1985). Manoscritto autografo firmato (in testa alla prima pagina, al verso della copertina, e al verso dell'ultima) dello Scialle andaluso, il lungo racconto pubblicato nel '53 sulla rivista "Botteghe Oscure" e che poi darà il titolo al libro omonimo uscito nel '63 da Einaudi a fare il punto sulla prima parte della carriera della scrittrice romana, dedicata appunto all'esplorazione della forma-racconto (in particolare prelevando materiale proveniente dal primo libro di Morante, Il gioco segreto del '41). Nella nota autoriale al libro del '63, Morante preciserà che del libro il racconto Donna Amalia (risalente al 1950) è frammento di un romanzo-balletto mai stampato, intitolato Nerina (la definizione romanzo-balletto fa soprattutto riferimento alla fabula del racconto, dedicato alla contrastata passione per la danza della giovane vedova Giuditta, seguita dai figli gemelli Laura e Andrea). Il presente manoscritto rivela che però anche il racconbto eponimo della raccolta (in copertina al quadernone di tela blu, scritto alle pp. 68-153 su carta pesante tagliata a mano, si legge infatti: Elsa Morante Lo scialle andaluso Manoscritto) faceva parte, in origine, del traliccio narrativo Nerina (al verso della copertina si legge infatti: Primo Manoscritto - N.B. non definitivo e incompleto di un episodio del romanzo non finito Nerina. L'episodio, riscritto in forma di racconto, è poi rimasto definitivamente in tale forma, col titolo Lo scialle andaluso).
Il manoscritto è di straordinario interesse; non solo perché differisce radicalmente dalla versione che sarà pubblicata su rivista e confluirà nel volume omonimo, ma anche perché al verso delle pagine, oltre ad aggiungere rare inserzioni di materiale nuovo, il più delle volte Morante ospita considerazioni metanarrative, e in generale costruttive (per es. a pagina 69 si legge: ricordarsi di dire che il padre di Andreuccio morì prestissimo - quand'egli era ancora nella prima infanzia, così che lui quasi non se ne ricordava - magari dire che, prima di venire richiamato in guerra (quale? la guerra di Abissinia) egli era quasi sempre in viaggio o simili. Insomma Andreuccio cresciuto senza padre).
Il manoscritto rappresenta quindi un eccezionale insight nel laboratorio narrativo di uno dei massimi scrittori del nostro Novecento, fotografato in progress al centro della svolta fondamentale della sua carriera: quella che dai modi famigliari e "romanzeschi" di Menzogna e sortilegio conduce alla ben diversa maniera, "leggendaria" e simbolica, dell'Isola di Arturo (che verrà pubblicato solo nel '57, ma è in elaborazione almeno dal '52): in questo senso divinato, si direbbe, dall'explicit del racconto (un distico qui ribadito, in guisa di esergo, al verso della controcopertina del quadernone): Andrea spesso s'immagina il futuro quale una specie di grande Teatro d'Opera, dietro le cui porte s'aggira una folla sconosciuta, misteriosa. Ma il personaggio fra tutti misterioso, ancora sconosciuto a lui stesso, è uno: Andrea Campese! Come sarà? Egli vorrebbe immaginare il futuro se stesso, e si compiace di prestare a questo Ignoto aspetti vittoriosi, abbaglianti, trionfi e disinvolture! Ma, per quanto la scacci, ritrova sempre là, come una statua, un'immagine, sempre la stessa, importuna: un triste, protervo Eroe avvolto in uno scialle andaluso.
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Total Premium Hammer Price 22.5% on the hammer price of the first ITL.200.000.000 (€130.000) 18.5% for any amount in excess of ITL.200.000.000 (€130.000)