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Gabriele D'Annunzio
Carteggio costituito da 23 lettere e 1 cartolina di Gabriele d'Annunzio a Napoleone Martini, sarto e tuttofare del Poeta. (12 febbraio 1908- 7 marzo 1910)
Ampio, denso, significativo carteggio che consente di ricostruire-attraverso la intensa relazione di amicizia e di fiducia che il d'A. instauro col Martini - gli anni delle critiche condizioni economiche del Poeta nel periodo dell'ultima permanenza alla Capponcina e dei mesi di Marina di Pisa.
Mentre nelle prime lettere vengono assegnate al Martini commissioni di sartoria o chiesti piccoli favori, con il passare del tempo crescono gli incarichi confidenziali in relazione alle continue pressioni di pagamento e ancor piu spesso, con l'andare dei mesi, a gravi questioni finanziarie. Alcuni esempi: "Ricorro a Lei in un caso fastidioso e impreveduto... L'Avv. Coselschi deve ritirare oggi per me una somma inviata da Arezzo... puo Ella trovargli mille lire, fino a domattina?" (3 novembre 1908). "... Spedisco le due nuove cambiali. Poiche il rinnovo fu concesso, cerchi di differire la data al piu lontano tempo. Spediro il denaro..." (17 giugno 1909 b.). "... un piccolo servigio, per proteggermi contro i cani rabbiosi. Confido ch'Ella vorra' darmi quest'altra prova di fidente amicizia" (Marina di Pisa, 18 agosto 1909). "...avevo dato l'ordine a Rocco, perche' l'Eremo fosse mostrato al visitatore. Domani e'il primo di luglio; e la necessita' incalza." (31 giugno 1909). Il rapporto si spinge fino a incaricare il Martini dell'alienazione di oggetti personali rimasti alla Capponcina: "Se ha occasione di dar via il libro per 2000, non esiti. A la guerre comme a la guerre." (estate 1909). O di traslare oggetti dalla villa di Settignano: "La prego di consegnare al cocchiere il mobiletto, i due vetri, la mattonella e il vaso moresco." (estate 1909) "Qualche tempo fa, Ella mi parlo di Sue pratiche fatte a Bologna in proposito della vendita dei miei mobili antichi e mi nomino il Galliani. Nella proposta recente - che deve essere accettata e definita in breve - io perdero sul prodotto il 30 e piu per cento! Prima di concludere le domando se Ella creda possibile combinare con Bologna qualcosa di meno duro, tanto piu che il Banco di Roma e' dispostissimo a tutte le piu larghe agevolazioni". (20 ottobre 1909). Le lettere finora citate sono scritte in parte da Settignano, in parte da Marina di Pisa; come abbiamo gia ricordato infatti la permanenza alla Capponcina duro fino al mese di luglio 1909, quando oberato dai debiti e inseguito dai creditori, d'A. si trasferi a Marina di Pisa, dove affitto il villino Peratoner (La villa della Tempesta). Qui lavora alla composizione del romanzo Forse che si forse che no, che ultimera a dicembre. Il romanzo fu scritto rimanendo al tavolo per cinquantasei ore consecutive "Ero a Marina di Pisa e di quella veglia miracolosa ho il preciso ricordo che oltre i vetri, durante l'accumularsi dei fogli, io vedevo tramutare e risorgere il sole, li alla linea della Marina, e tramontare ancora, e risorgere, e ancora risorgere, come a distanza di poche ore" (Masci, pp. 213-214). Anche una nostra lettera accenna al lavoro in corso, con accenti assai meno lirici: "Non ho il denaro pronto. L'altra volta l'effetto fu ritirato; e dalla cortesia del banco io fui avvertito indirettamente che, se ne fosse stato presentato uno nuovo in sostituzione, sarebbe stato accettato. Ella dunque dovrebbe ottenermi dal signor Pierret - che si mostro verso di me tanto gentile e amichevole - il rinnovo a tre mesi o almeno a due mesi; che certo il 15 dicembre io saro in grado di ritirare l'effetto. Ma poiche il mio romanzo escira a Parigi il 25 dicembre, la scadenza al 15 gennaio mi sarebbe molto piu comoda" (autunno 1909). "Mi sono sprofondato nel lavoro da cui mi verra la luce. Inoltre per esperienza ho appreso che e' troppo difficile concludere in Italia l'affare della vendita L'ostacolo e' l'anticipazione. Tratto l'affare con una Casa di Parigi, e gia ho la sicurezza del risultato. Fra poche settimane mi sara versata la somma necessaria alle sistemazioni piu urgenti". (Marina, 30 settembre 1909) Come si vede, tutto e' ricondotto alle urgenze economiche e in tutto si avverte ansia e "panico": solo la dimensione dello scrivere lo solleva dal tedio di questi mesi: "Non posso per nessuna ragione perdere neppure un giorno, neppure un'ora. Tutte le cose intorno a me sono vane e malfide; una sola e' ferma e sicura: la mia opera". I proventi del suo lavoro rimangono l'ultima "certezza" di far fronte alla disastrosa situazione debitoria. "Per giungere a terminarla in tempo - considerati gli impegni che ho con gli editori di tutte le lingue d'Europa - debbo fare uno sforzo severissimo e assiduissimo." E ne ha ben donde " Su la Capponcina gravano 50.000 lire del Banco di Roma, che bisogna garantire su la vendita. L'avv. Coselschi pensa che si possa ridurre a 30.000 l'anticipazione. Su queste 30.000 il Banco di Roma cede il privilegio, ed e' disposto ad agevolazioni... Non e' possibile che - dato il mio nome - la vendita, anche con le peggiori sfortune, non renda almeno centomila lire!!" (d.t.p. 22.10.1909). Infine in una delle ultime lettere "Nel mese terminero, mi liberero. E molte cose buone verranno; e il vento voltera e soffiera in poppa fra le due scotte". (2 novembre 1909) Il 15 luglio dell'anno successivo il Tribunale civile di Milano lo condurra in contumacia. Fin dal 24 marzo di quell'anno il d'A. era partito per Parigi dove avrebbe soggiornato per cinque anni. Nella primavera del 1911 (29/5-13/6), alla "Capponcina", si procedette alla vendita all'asta di tutti i suoi beni.
Le 23 lettere presentate in questa sezione - in 16mo su carta bianca o grise - hanno sigl. inc.a.s. (prevalentemente) "Per non dormire" con corona di lauro (la sigla corrisponde al nome della sua automobile); una lettera e' su c. int. "La Capponcina", un'altra su c.l. del Grand Hotel Brun di Bologna.
Per il periodo in questione (1908-10) cfr. soprattutto Palmerio, B. Con D'Annunzio alla Capponcina, Firenze, 1938 e Alatri pp.294-295.
Riferimenti bibliografici e personaggi citati nel carteggio (Coselschi, Palmerio, Pierret ecc.) in Alatri, Masci,Gatti.
Carteggio costituito da 23 lettere e 1 cartolina di Gabriele d'Annunzio a Napoleone Martini, sarto e tuttofare del Poeta. (12 febbraio 1908- 7 marzo 1910)
Ampio, denso, significativo carteggio che consente di ricostruire-attraverso la intensa relazione di amicizia e di fiducia che il d'A. instauro col Martini - gli anni delle critiche condizioni economiche del Poeta nel periodo dell'ultima permanenza alla Capponcina e dei mesi di Marina di Pisa.
Mentre nelle prime lettere vengono assegnate al Martini commissioni di sartoria o chiesti piccoli favori, con il passare del tempo crescono gli incarichi confidenziali in relazione alle continue pressioni di pagamento e ancor piu spesso, con l'andare dei mesi, a gravi questioni finanziarie. Alcuni esempi: "Ricorro a Lei in un caso fastidioso e impreveduto... L'Avv. Coselschi deve ritirare oggi per me una somma inviata da Arezzo... puo Ella trovargli mille lire, fino a domattina?" (3 novembre 1908). "... Spedisco le due nuove cambiali. Poiche il rinnovo fu concesso, cerchi di differire la data al piu lontano tempo. Spediro il denaro..." (17 giugno 1909 b.). "... un piccolo servigio, per proteggermi contro i cani rabbiosi. Confido ch'Ella vorra' darmi quest'altra prova di fidente amicizia" (Marina di Pisa, 18 agosto 1909). "...avevo dato l'ordine a Rocco, perche' l'Eremo fosse mostrato al visitatore. Domani e'il primo di luglio; e la necessita' incalza." (31 giugno 1909). Il rapporto si spinge fino a incaricare il Martini dell'alienazione di oggetti personali rimasti alla Capponcina: "Se ha occasione di dar via il libro per 2000, non esiti. A la guerre comme a la guerre." (estate 1909). O di traslare oggetti dalla villa di Settignano: "La prego di consegnare al cocchiere il mobiletto, i due vetri, la mattonella e il vaso moresco." (estate 1909) "Qualche tempo fa, Ella mi parlo di Sue pratiche fatte a Bologna in proposito della vendita dei miei mobili antichi e mi nomino il Galliani. Nella proposta recente - che deve essere accettata e definita in breve - io perdero sul prodotto il 30 e piu per cento! Prima di concludere le domando se Ella creda possibile combinare con Bologna qualcosa di meno duro, tanto piu che il Banco di Roma e' dispostissimo a tutte le piu larghe agevolazioni". (20 ottobre 1909). Le lettere finora citate sono scritte in parte da Settignano, in parte da Marina di Pisa; come abbiamo gia ricordato infatti la permanenza alla Capponcina duro fino al mese di luglio 1909, quando oberato dai debiti e inseguito dai creditori, d'A. si trasferi a Marina di Pisa, dove affitto il villino Peratoner (La villa della Tempesta). Qui lavora alla composizione del romanzo Forse che si forse che no, che ultimera a dicembre. Il romanzo fu scritto rimanendo al tavolo per cinquantasei ore consecutive "Ero a Marina di Pisa e di quella veglia miracolosa ho il preciso ricordo che oltre i vetri, durante l'accumularsi dei fogli, io vedevo tramutare e risorgere il sole, li alla linea della Marina, e tramontare ancora, e risorgere, e ancora risorgere, come a distanza di poche ore" (Masci, pp. 213-214). Anche una nostra lettera accenna al lavoro in corso, con accenti assai meno lirici: "Non ho il denaro pronto. L'altra volta l'effetto fu ritirato; e dalla cortesia del banco io fui avvertito indirettamente che, se ne fosse stato presentato uno nuovo in sostituzione, sarebbe stato accettato. Ella dunque dovrebbe ottenermi dal signor Pierret - che si mostro verso di me tanto gentile e amichevole - il rinnovo a tre mesi o almeno a due mesi; che certo il 15 dicembre io saro in grado di ritirare l'effetto. Ma poiche il mio romanzo escira a Parigi il 25 dicembre, la scadenza al 15 gennaio mi sarebbe molto piu comoda" (autunno 1909). "Mi sono sprofondato nel lavoro da cui mi verra la luce. Inoltre per esperienza ho appreso che e' troppo difficile concludere in Italia l'affare della vendita L'ostacolo e' l'anticipazione. Tratto l'affare con una Casa di Parigi, e gia ho la sicurezza del risultato. Fra poche settimane mi sara versata la somma necessaria alle sistemazioni piu urgenti". (Marina, 30 settembre 1909) Come si vede, tutto e' ricondotto alle urgenze economiche e in tutto si avverte ansia e "panico": solo la dimensione dello scrivere lo solleva dal tedio di questi mesi: "Non posso per nessuna ragione perdere neppure un giorno, neppure un'ora. Tutte le cose intorno a me sono vane e malfide; una sola e' ferma e sicura: la mia opera". I proventi del suo lavoro rimangono l'ultima "certezza" di far fronte alla disastrosa situazione debitoria. "Per giungere a terminarla in tempo - considerati gli impegni che ho con gli editori di tutte le lingue d'Europa - debbo fare uno sforzo severissimo e assiduissimo." E ne ha ben donde " Su la Capponcina gravano 50.000 lire del Banco di Roma, che bisogna garantire su la vendita. L'avv. Coselschi pensa che si possa ridurre a 30.000 l'anticipazione. Su queste 30.000 il Banco di Roma cede il privilegio, ed e' disposto ad agevolazioni... Non e' possibile che - dato il mio nome - la vendita, anche con le peggiori sfortune, non renda almeno centomila lire!!" (d.t.p. 22.10.1909). Infine in una delle ultime lettere "Nel mese terminero, mi liberero. E molte cose buone verranno; e il vento voltera e soffiera in poppa fra le due scotte". (2 novembre 1909) Il 15 luglio dell'anno successivo il Tribunale civile di Milano lo condurra in contumacia. Fin dal 24 marzo di quell'anno il d'A. era partito per Parigi dove avrebbe soggiornato per cinque anni. Nella primavera del 1911 (29/5-13/6), alla "Capponcina", si procedette alla vendita all'asta di tutti i suoi beni.
Le 23 lettere presentate in questa sezione - in 16mo su carta bianca o grise - hanno sigl. inc.a.s. (prevalentemente) "Per non dormire" con corona di lauro (la sigla corrisponde al nome della sua automobile); una lettera e' su c. int. "La Capponcina", un'altra su c.l. del Grand Hotel Brun di Bologna.
Per il periodo in questione (1908-10) cfr. soprattutto Palmerio, B. Con D'Annunzio alla Capponcina, Firenze, 1938 e Alatri pp.294-295.
Riferimenti bibliografici e personaggi citati nel carteggio (Coselschi, Palmerio, Pierret ecc.) in Alatri, Masci,Gatti.