Archeologi, storici e letterati - Eccezionale lotto che raccoglie i principali corrispondenti di Pietro Rosa e alcune carte dello stesso periodo 1852-1887. Pietro Rosa, archeologo e topografo, nato e morto a Roma (1815-1891), discendente di Salvator Rosa, si dedicò allo studio dell'archeologia del Lazio: suoi sono i rilievi delle tombe della via Appia. Ebbe incarichi di ricerca dal governo francese fino alla presa di Roma; poi portò avanti importanti scavi nel Foro. Rosa fu, nella seconda metà dell'800 un punto di riferimento importante per gli studiosi europei di antichità romane. La corrispondenza a lui indirizzata e qui presentata comprendente circa centocinquanta lettere, anche se non esaurisce il suo archivio, raccoglie comunque alcuni dei nomi degli studiosi italiani e stranieri più prestigiosi. Tra i corrispondenti che ricorrono più frequentemente, si segnala il carteggio di Guglielmo Henzen, epigrafista tedesco, nato a Brema nel 1816 e morto a Roma nel 1887, segretario dell'istituto di corrispondenza archeologica di Roma e amico del Rosa. Il carteggio è inerente, oltre a questioni di carattere personale, alle scoperte del Rosa sul lago di Albano, sul tempio di Nemi e altre. Il carteggio va dal 1853 al 1885 e comprende 14 lettere - Il carteggio di Wolfgan Helbig, archeologo tedesco, nato a Dresda nel 1839 e morto a Roma nel 1915 (segretario dell'istituto archeologico tedesco del Campidoglio e poi, dal 1874, Imperiale Istituto Archeologico Germanico), che comprende sei lettere di argomento professionale (il viaggio di Helbig in Grecia), comprese tra il 1866 ed il 1875. Le due lettere di Carlo Lodovico Visconti, insigne archeologo romano, direttore dei musei e delle gallerie pontificie, sulle carte dell'antichità del Lazio (disegnate dal Rosa); entrambe le lettere sono del 1858. Le otto lettere dell'archeologo napoletano Giuseppe Fiorelli (1823-96), comprese tra il '69 ed l'81, di argomento professionale. Segnaliamo in particolare la lettera dell'11 dicembre 1870, relativa all'organizzazione delle Sovrintendenze archeologiche: "ho letto nella vostra lettera che pensate a formare un consiglio di sopraintendenza. Pensateci assai bene, prima di decidervi a ciò!..Quante volte ho maledetto quella infelicissima idea"; vanno segnalate in modo particolare alcune lettere - una lettera a.f. di Edmond Guillaume (1826-1894), architetto francese, allievo di Lebas; Villa Medici, 25 settembre 1862. 3 pp. in-16 - una lettera del famoso storico Teodoro Mommsen (1817-1903), non indirizzata a Rosa, ma a Francesco Rocchi di Bologna; in essa il celebre storico raccomanda un giovane berlinese "colto e distinto", che ha intenzione di aprire una libreria a Firenze. 1 p. in-8. Berlino, 16 ottobre 1864 - Una lettera a.f. dell'ambasciatore francese in Turchia Hugues Henri Fournier in cui si lamenta delle condizioni franesi: "les tristes affaires me retiennent forcement à mon foyer qu'il faut defendre, chacun sèlon ses facultès et ses moyens contre les assauts d'une rèaction sans et d'un gouvernement hypocrite". 2 pp. in-16. Tours, 20 settembre 1877 - Si segnala infine l'eccezionale lettera del grande archeologo tedesco Heinrich Schliemann (1822-1890), autore della scoperta di Troia e Micene; nella lettera a.f. l'archeologo parla a lungo dei suoi progetti di lavoro e del suo disinteresse per uno scavo su antichità romana: "la S.V. sarà convinta che dopo la mia scoperta di Troia e dopo i lavori giganteschi che vi ho eseguiti non sia degno di me d'intraprendere gli scavi della necropoli di Chiusi, dove non posso risolvere nessun problema nè arricchire la scienza". Dopo interessanti osservazioni sui possibili siti di ricerca in Asia Minore e in Grecia, l'archeologo prosegue: "le città preistoriche hanno per me una attrazione immensa e se mi occupo di esse esclusivamente durante il resto della mia vita, credo che potrò rendere grandi servizi alla scienza. Per contro le rovine del tempo classico non hanno per me che un interesse secondario". - Al lotto è aggiunta una lettera a.f. dell'egittologo Gaston Maspero (1846-1900) a un'amica su questioni private e sul suo lavoro. 2 pp. in-16. Parigi, 30 aprile 1898 (150)

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Archeologi, storici e letterati - Eccezionale lotto che raccoglie i principali corrispondenti di Pietro Rosa e alcune carte dello stesso periodo 1852-1887. Pietro Rosa, archeologo e topografo, nato e morto a Roma (1815-1891), discendente di Salvator Rosa, si dedicò allo studio dell'archeologia del Lazio: suoi sono i rilievi delle tombe della via Appia. Ebbe incarichi di ricerca dal governo francese fino alla presa di Roma; poi portò avanti importanti scavi nel Foro. Rosa fu, nella seconda metà dell'800 un punto di riferimento importante per gli studiosi europei di antichità romane. La corrispondenza a lui indirizzata e qui presentata comprendente circa centocinquanta lettere, anche se non esaurisce il suo archivio, raccoglie comunque alcuni dei nomi degli studiosi italiani e stranieri più prestigiosi. Tra i corrispondenti che ricorrono più frequentemente, si segnala il carteggio di Guglielmo Henzen, epigrafista tedesco, nato a Brema nel 1816 e morto a Roma nel 1887, segretario dell'istituto di corrispondenza archeologica di Roma e amico del Rosa. Il carteggio è inerente, oltre a questioni di carattere personale, alle scoperte del Rosa sul lago di Albano, sul tempio di Nemi e altre. Il carteggio va dal 1853 al 1885 e comprende 14 lettere - Il carteggio di Wolfgan Helbig, archeologo tedesco, nato a Dresda nel 1839 e morto a Roma nel 1915 (segretario dell'istituto archeologico tedesco del Campidoglio e poi, dal 1874, Imperiale Istituto Archeologico Germanico), che comprende sei lettere di argomento professionale (il viaggio di Helbig in Grecia), comprese tra il 1866 ed il 1875. Le due lettere di Carlo Lodovico Visconti, insigne archeologo romano, direttore dei musei e delle gallerie pontificie, sulle carte dell'antichità del Lazio (disegnate dal Rosa); entrambe le lettere sono del 1858. Le otto lettere dell'archeologo napoletano Giuseppe Fiorelli (1823-96), comprese tra il '69 ed l'81, di argomento professionale. Segnaliamo in particolare la lettera dell'11 dicembre 1870, relativa all'organizzazione delle Sovrintendenze archeologiche: "ho letto nella vostra lettera che pensate a formare un consiglio di sopraintendenza. Pensateci assai bene, prima di decidervi a ciò!..Quante volte ho maledetto quella infelicissima idea"; vanno segnalate in modo particolare alcune lettere - una lettera a.f. di Edmond Guillaume (1826-1894), architetto francese, allievo di Lebas; Villa Medici, 25 settembre 1862. 3 pp. in-16 - una lettera del famoso storico Teodoro Mommsen (1817-1903), non indirizzata a Rosa, ma a Francesco Rocchi di Bologna; in essa il celebre storico raccomanda un giovane berlinese "colto e distinto", che ha intenzione di aprire una libreria a Firenze. 1 p. in-8. Berlino, 16 ottobre 1864 - Una lettera a.f. dell'ambasciatore francese in Turchia Hugues Henri Fournier in cui si lamenta delle condizioni franesi: "les tristes affaires me retiennent forcement à mon foyer qu'il faut defendre, chacun sèlon ses facultès et ses moyens contre les assauts d'une rèaction sans et d'un gouvernement hypocrite". 2 pp. in-16. Tours, 20 settembre 1877 - Si segnala infine l'eccezionale lettera del grande archeologo tedesco Heinrich Schliemann (1822-1890), autore della scoperta di Troia e Micene; nella lettera a.f. l'archeologo parla a lungo dei suoi progetti di lavoro e del suo disinteresse per uno scavo su antichità romana: "la S.V. sarà convinta che dopo la mia scoperta di Troia e dopo i lavori giganteschi che vi ho eseguiti non sia degno di me d'intraprendere gli scavi della necropoli di Chiusi, dove non posso risolvere nessun problema nè arricchire la scienza". Dopo interessanti osservazioni sui possibili siti di ricerca in Asia Minore e in Grecia, l'archeologo prosegue: "le città preistoriche hanno per me una attrazione immensa e se mi occupo di esse esclusivamente durante il resto della mia vita, credo che potrò rendere grandi servizi alla scienza. Per contro le rovine del tempo classico non hanno per me che un interesse secondario". - Al lotto è aggiunta una lettera a.f. dell'egittologo Gaston Maspero (1846-1900) a un'amica su questioni private e sul suo lavoro. 2 pp. in-16. Parigi, 30 aprile 1898 (150)