Alberto Savinio (1891-1952)
Alberto Savinio (1891-1952)

Monumento città musica

Details
Alberto Savinio (1891-1952)
Monumento città musica
firmato e datato in basso a sinistra Savinio 1951; titolo e firma sul retro Monumento città musica Alberto Savinio
olio e tempera su tela
cm 70x58
Eseguito nel 1951
Provenance
Collezione Sante Albertarelli, Milano
Literature
A. Savinio, Il dio di Mussorgski in La Scala, Milano 15 marzo 1952, p. 19-20 (illustrato)
A. Savinio, Scatola sonora, Milano 1955, p. 80 (illustrato)
M. Fagiolo dell'Arco, Alberto Savinio, Milano 1989, p. 69, fig. g (illustrato)
P. Viverelli, Alberto Savinio Catalogo generale, Milano 1996, p. 221, n. 1951 3 (illustrato) (pubblicato con il titolo Monumento alla musica)
Exhibited
Milano, Palazzo Reale, II Mostra nazionale d'arte contemporanea, 1951-1952, cat. p. 59, n. 4 (illustrato)

Lot Essay

Prima ancora di essere scrittore e pittore, Savinio si è a lungo dedicato alla musica. Dopo aver studiato pianoforte a Stoccarda, si perfeziona in composizione a Monaco. I suoi primi saggi musicali risalgono però al periodo parigino: nel 1914, nell'ambito delle Soirées de Paris organizzate da Guillaume Apollinaire, esegue una composizione per pianoforte che riscuote l'immediato e unanime consenso degli intellettuali presenti alla rappresentazione, dallo stesso Apollinaire a Picasso, dal poeta Max Jacob a Soffici. Nonostante questo esordio molto promettente, Savinio decide di abbandonare quasi completamente la musica, alla quale si avvicinerà soltanto in modo sporadico ed occasionale negli anni successivi. Le ragioni di questo repentino allontanamento da quello che era stato il vero punto di partenza di tutta l'attività creativa di Savinio sono spiegate, in modo sintetico ma estremamente efficace, in uno scritto del 1945: Sono quarant'anni che questa sonora dama mi va circuendo con le sue armoniose seduzioni, e ogni volta sul punto di cedere io mi salvo con una svelta piroetta, e me ne fuggo via nelle bramose mani di lei il mio mantello. La sonora dama non è altri che Euterpe, ovvero la musica, dalla quale l'artista riesce a fuggire mantenendosi così indenne dalle sue tentazioni.
In questo dipinto, intitolato Monumento alla Musica ed eseguito nel 1951, sembra rispecchiarsi questo giudizio. Nella personificazione della musica Savinio ricorre a motivi classici e insieme moderni: i diversi strumenti musicali, accatastati in modo apparentemente casuale, danno vita ad una figura antropomorfa, esemplata sullo schema classico del trofeo antico. La solennità e l'apparente serenità della composizione è tuttavia turbata dal grande occhio che si materializza fra le nubi. È questo motivo che ricorre con frequenza nel corpus di Savinio, attraverso il quale l'artista conferisce all'opera un'intonazione ambigua e misteriosa, del tutto consona ai principi della metafisica e del surrealismo.