UNGARETTI, Giuseppe (1888-1970). Importante manoscritto poetico autografo firmato, Les pierreries ensoleillées, sette pagine 4o scritte al solo recto di una filza di dieci fogli uso protocollo ingialliti dal tempo (ma l'inchiostro, bruno, è perfettamente leggibile). Alla prima pagina, preparata in guisa di frontespizio, figura la dedica e il sottotitolo nouveau cahier de route pour Marthe. Sia in questa prima pagina che nelle successive, figurano quindi poesie del Porto Sepolto nella traduzione francese dello stesso Ungaretti (e con in calce la concordanza col volume originale, con tanto di numero di pagina): Nostalgie, Actes primaveriles et d'autres saisons, La rosée rayonnante, Militaires, Fin Mars, Prairie, De l'aube et nocturne, Déroulement, Errant, La sérénité de ce soir. Questi testi, in italiano anticipati nel 1918 sulla rivista bolognese "La Raccolta", confluiranno nel volum
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UNGARETTI, Giuseppe (1888-1970). Importante manoscritto poetico autografo firmato, Les pierreries ensoleillées, sette pagine 4o scritte al solo recto di una filza di dieci fogli uso protocollo ingialliti dal tempo (ma l'inchiostro, bruno, è perfettamente leggibile). Alla prima pagina, preparata in guisa di frontespizio, figura la dedica e il sottotitolo nouveau cahier de route pour Marthe. Sia in questa prima pagina che nelle successive, figurano quindi poesie del Porto Sepolto nella traduzione francese dello stesso Ungaretti (e con in calce la concordanza col volume originale, con tanto di numero di pagina): Nostalgie, Actes primaveriles et d'autres saisons, La rosée rayonnante, Militaires, Fin Mars, Prairie, De l'aube et nocturne, Déroulement, Errant, La sérénité de ce soir. Questi testi, in italiano anticipati nel 1918 sulla rivista bolognese "La Raccolta", confluiranno nel volume La Guerre, che Ungaretti stampò a Parigi nel '19, ma in forma assai diversa da quella testimoniata dal nostro manoscritto - che arieggia la maniera "calligrammatica" di Apollinaire. Nell'ultima pagina, in calce, la firma e, assai ungarettianamente, le coordinate più complete: Giuseppe Ungaretti soldat du 19. Fanteria Zona di guerra Roma marzo Villa di Garda aprile Camp de Mailly, Paris Mai 1918. La storia di questo manoscritto (sul quale si veda il saggio del compianto Luigi de Nardis, "Les pierreries ensoleillées": un inedito del 1918, in Nouveau cahier de route. Giuseppe Ungaretti: Inediti, aggiornamenti, prospettive, Atti del convegno di Roma, maggio 1997, a cura di A. Zingone, Firenze, Passigli, 2000, pp. 53-58), è un bellissimo episodio di quel romanzo fantastico che è la biografia di Ungaretti. A Parigi, di ritorno dalla guerra, il poeta ama Marthe Roux, l'enfant frêle amata anche dal suo fraterno amico, il poeta d'avanguardia Guillaume Apollinaire. Apollinaire aveva a suo tempo promesso a Ungaretti di tradurre in francese il suo primo libro, Il Porto Sepolto, stampato in trincea dall'amico Ettore Serra, a Udine, nel pieno della Grande Guerra. Ma era morto prima di poter mantenere la promessa. Ungaretti allora traduce da sé parte delle sue poesie, per offrirle in dono e farle leggere a Marthe. Una bellissima storia di amore e d'amicizia, di guerra e morte. Dello stesso periodo è una lunga (due pagine 4o gr. fittamente vergate, s.d. ma del '18), commovente, bellissima lettera autografa firmata, in francese, del poeta alla "ragazza tenue": Je suis au combat sur terre de France et si ce secteur est calme pour le moment, ce n'est pas de ma faute [...] Je me détache de tout [...] je n'ai qu'un désir immense de repos [...] je vous aimais, et je vous aime et je vous aimerai toujours, et il ne me reste que ce désespoir; voilà la vérité. Ma è una lettera d'addio. Poco tempo dopo, sempre a Parigi, Ungà sposerà Jeanne Dupoix. Ma Marthe rimane nel cuore di Ungaretti. Nel 1958, morta dopo lungo travaglio Jeanne (il poeta scrive, nell'occasione, una delle poesie più belle di questi suoi ultimi anni, Per sempre: confluirà nel Taccuino del vecchio), Ungaretti scrive una lunga lettera all'amore di un tempo (due pagine 4o in inchiostro verde, in francese, Le 29/XI/1958). Non è molto personale: si vede che la lunga interruzione dei rapporti lascia esitante, il poeta, sul tono da tenere; eppure quando si sfiora il lutto recente, Ungaretti lascia vibrare la corda luttuosa del Dolore... (Veuillez aussi me pardonner mon attitude, involontaire, envers vous. Je suis terrassé par le deuil, la partie la plus solide de ma vie est dans un tombeau, je n'arrive pas à dormir, je me lève la nuit et vais cherchant dans la maison comme un aliéné, un retour impossible). Più personale l'ultima lettera (Rome, le 2/XI/1959 Piazza Remuria, 3, una pagina 4o sempre in inchiostro verde), dopo la più grande amarezza della sua vita di poeta (il Premio Nobel attribuito non a lui ma al suo dimidiato imitatore, Salvatore Quasimodo), ricordando la giovinezza dorata: e allora le prix Nobel, scrive sognante il poeta, n'a aucune importance. Bellissimo insieme di un grande protagonista della letteratura italiana ed europea del Ventesimo Secolo. (4)

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UNGARETTI, Giuseppe (1888-1970). Importante manoscritto poetico autografo firmato, Les pierreries ensoleillées, sette pagine 4o scritte al solo recto di una filza di dieci fogli uso protocollo ingialliti dal tempo (ma l'inchiostro, bruno, è perfettamente leggibile). Alla prima pagina, preparata in guisa di frontespizio, figura la dedica e il sottotitolo nouveau cahier de route pour Marthe. Sia in questa prima pagina che nelle successive, figurano quindi poesie del Porto Sepolto nella traduzione francese dello stesso Ungaretti (e con in calce la concordanza col volume originale, con tanto di numero di pagina): Nostalgie, Actes primaveriles et d'autres saisons, La rosée rayonnante, Militaires, Fin Mars, Prairie, De l'aube et nocturne, Déroulement, Errant, La sérénité de ce soir. Questi testi, in italiano anticipati nel 1918 sulla rivista bolognese "La Raccolta", confluiranno nel volume La Guerre, che Ungaretti stampò a Parigi nel '19, ma in forma assai diversa da quella testimoniata dal nostro manoscritto - che arieggia la maniera "calligrammatica" di Apollinaire. Nell'ultima pagina, in calce, la firma e, assai ungarettianamente, le coordinate più complete: Giuseppe Ungaretti soldat du 19. Fanteria Zona di guerra Roma marzo Villa di Garda aprile Camp de Mailly, Paris Mai 1918. La storia di questo manoscritto (sul quale si veda il saggio del compianto Luigi de Nardis, "Les pierreries ensoleillées": un inedito del 1918, in Nouveau cahier de route. Giuseppe Ungaretti: Inediti, aggiornamenti, prospettive, Atti del convegno di Roma, maggio 1997, a cura di A. Zingone, Firenze, Passigli, 2000, pp. 53-58), è un bellissimo episodio di quel romanzo fantastico che è la biografia di Ungaretti. A Parigi, di ritorno dalla guerra, il poeta ama Marthe Roux, l'enfant frêle amata anche dal suo fraterno amico, il poeta d'avanguardia Guillaume Apollinaire. Apollinaire aveva a suo tempo promesso a Ungaretti di tradurre in francese il suo primo libro, Il Porto Sepolto, stampato in trincea dall'amico Ettore Serra, a Udine, nel pieno della Grande Guerra. Ma era morto prima di poter mantenere la promessa. Ungaretti allora traduce da sé parte delle sue poesie, per offrirle in dono e farle leggere a Marthe. Una bellissima storia di amore e d'amicizia, di guerra e morte.
Dello stesso periodo è una lunga (due pagine 4o gr. fittamente vergate, s.d. ma del '18), commovente, bellissima lettera autografa firmata, in francese, del poeta alla "ragazza tenue": Je suis au combat sur terre de France et si ce secteur est calme pour le moment, ce n'est pas de ma faute [...] Je me détache de tout [...] je n'ai qu'un désir immense de repos [...] je vous aimais, et je vous aime et je vous aimerai toujours, et il ne me reste que ce désespoir; voilà la vérité. Ma è una lettera d'addio. Poco tempo dopo, sempre a Parigi, Ungà sposerà Jeanne Dupoix. Ma Marthe rimane nel cuore di Ungaretti. Nel 1958, morta dopo lungo travaglio Jeanne (il poeta scrive, nell'occasione, una delle poesie più belle di questi suoi ultimi anni, Per sempre: confluirà nel Taccuino del vecchio), Ungaretti scrive una lunga lettera all'amore di un tempo (due pagine 4o in inchiostro verde, in francese, Le 29/XI/1958). Non è molto personale: si vede che la lunga interruzione dei rapporti lascia esitante, il poeta, sul tono da tenere; eppure quando si sfiora il lutto recente, Ungaretti lascia vibrare la corda luttuosa del Dolore... (Veuillez aussi me pardonner mon attitude, involontaire, envers vous. Je suis terrassé par le deuil, la partie la plus solide de ma vie est dans un tombeau, je n'arrive pas à dormir, je me lève la nuit et vais cherchant dans la maison comme un aliéné, un retour impossible). Più personale l'ultima lettera (Rome, le 2/XI/1959 Piazza Remuria, 3, una pagina 4o sempre in inchiostro verde), dopo la più grande amarezza della sua vita di poeta (il Premio Nobel attribuito non a lui ma al suo dimidiato imitatore, Salvatore Quasimodo), ricordando la giovinezza dorata: e allora le prix Nobel, scrive sognante il poeta, n'a aucune importance.
Bellissimo insieme di un grande protagonista della letteratura italiana ed europea del Ventesimo Secolo. (4)
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