Lot Essay
L'attribuzione del presente dipinto è basata su raffronti con le opere documentate di Onofrio Palumbo, raggruppate da S. Causa, 'Risarcimento di Onofrio Palumbo', in Paragone, XLIV, N.S., gennaio marzo 1993, nn. 515-157, pp. 21-40, figg. 14-43. Il gruppo stilistico raccolto intorno al nome di Palumbo poggia sulla 'Adorazione dei pastori' e sulla 'Natività' a Napoli, Santa Maria della Salute, documentate al 1640-41, e su una serie di tele per la Chiesa della Congregazione della Trinità dei Pellegrini eseguite dopo 1650 circa, tra le quali è noto il 'San Gennaro che intercede per la città di Napoli per la peste del 1656', completato nella parte bassa da una straordinaria veduta di Napoli di Didier Barra. Nel gruppo di opere radunate dal Causa su base stilistica - gruppo che ha suscitato discussioni sulle attribuzioni avanzate dallo studioso - emerge una complessa relazione culturale sia con Massimo Stanzione, cioè con colui che le fonti considerano il primo maestro di Palumbo; sia con Artemisia Gentileschi, con la quale Palumbo collaborò durante la sua maturità tanto che dalla produzione considerata oggi pertinente al periodo napoletano della pittrice il Causa ha espunto un numero cospicuo di opere in favore di Palumbo); sia con esponenti dell'ambiente artistico napoletano della prima metà del Seicento come Bernardo Cavallino e Jusepe de Ribera.
Nel presente dipinto sono palesi l'influenza di Stanzione, Artemisia e Cavallino: la posizione della giovane donna e la gamma cromatica squillante negli accordi di rosso e blu dei suoi abiti ricordano i caratteri della Vergine nel 'Riposo nella fuga in Egitto' di Stanzione a Sarasota, John and Mable Ringling Museum of Art, e della 'Madonna con Bambino' a Napoli, Museo Nazionale di San Martino (cf. S. Schuetze - T.W. Willette, Massimo Stanzione. L'opera completa, Napoli, 1992, p. 87, tav. a col. XXV; p. 231, A83, p. 363, fig. 282; e pp. 229-230, A80, p. 360, fig. 277). Il modello di moderna bellezza femminile è attinto alle tipologie di opere di Cavallino come la 'Allegoria della pittura' a Napoli, Collezione Novelli; la 'Giuditta' a Stoccolma, National Museum, e la 'Madonna che allatta il Bambino' a Olomuc, Oblastnm Galerie (cf. Bernardo Cavallino. 1616-1656, catalogo, Napoli, 1985, pp. 146-147, A.37; p. 167, A.47; p. 221, C.34). Il gusto dei riflessi sui capelli della donna, i panneggi piuttosto rigidi della sua camicia e la tonalità di azzurro del suo abito si ricollegano ad opere del periodo napoletano di Artemisia come la 'Maddalena penitente' della Cattedrale di Siviglia, la 'Venere dormiente' a Princeton, New Jersey, The Barbara Pasecka Johnson Foundation, ed a 'Corisca e il satiro' a Napoli, collezione privata (cf. Orazio e Artemisia Gentileschi, catalogo, Milano, 2001, pp. 365-367, n. 68; pp. 371-373, n. 70; pp. 397-399, n. 74).
In base a tali riscontri è possibile ipotizzare una datazione del presente dipinto verso il 1640-45, nel momento più intenso e creativo della traiettoria artistica di Onofrio Palumbo.
Nel presente dipinto sono palesi l'influenza di Stanzione, Artemisia e Cavallino: la posizione della giovane donna e la gamma cromatica squillante negli accordi di rosso e blu dei suoi abiti ricordano i caratteri della Vergine nel 'Riposo nella fuga in Egitto' di Stanzione a Sarasota, John and Mable Ringling Museum of Art, e della 'Madonna con Bambino' a Napoli, Museo Nazionale di San Martino (cf. S. Schuetze - T.W. Willette, Massimo Stanzione. L'opera completa, Napoli, 1992, p. 87, tav. a col. XXV; p. 231, A83, p. 363, fig. 282; e pp. 229-230, A80, p. 360, fig. 277). Il modello di moderna bellezza femminile è attinto alle tipologie di opere di Cavallino come la 'Allegoria della pittura' a Napoli, Collezione Novelli; la 'Giuditta' a Stoccolma, National Museum, e la 'Madonna che allatta il Bambino' a Olomuc, Oblastnm Galerie (cf. Bernardo Cavallino. 1616-1656, catalogo, Napoli, 1985, pp. 146-147, A.37; p. 167, A.47; p. 221, C.34). Il gusto dei riflessi sui capelli della donna, i panneggi piuttosto rigidi della sua camicia e la tonalità di azzurro del suo abito si ricollegano ad opere del periodo napoletano di Artemisia come la 'Maddalena penitente' della Cattedrale di Siviglia, la 'Venere dormiente' a Princeton, New Jersey, The Barbara Pasecka Johnson Foundation, ed a 'Corisca e il satiro' a Napoli, collezione privata (cf. Orazio e Artemisia Gentileschi, catalogo, Milano, 2001, pp. 365-367, n. 68; pp. 371-373, n. 70; pp. 397-399, n. 74).
In base a tali riscontri è possibile ipotizzare una datazione del presente dipinto verso il 1640-45, nel momento più intenso e creativo della traiettoria artistica di Onofrio Palumbo.