Bartolomeo Passerotti (Bologna 1529-1592)
Bartolomeo Passerotti (Bologna 1529-1592)

Ritratto di condottiero

Details
Bartolomeo Passerotti (Bologna 1529-1592)
Ritratto di condottiero
olio su tela
115 x 86.5 cm.
Provenance
Collezione James Watt Esq.
Christie's, Londra, 27-VI-1958, lotto 130 (come Dosso Dossi).
Galleria Pandolfini, Firenze, ottobre 1968, lotto 102.
Roma, collezione privata.
Literature
A. Ghirardi, Bartolomeo Passerotti, in Pittura bolognese del '500, Bologna, 1986, vol. II, p. 555, fig. a p. 572.
C. Hoeper, Bartolomeo Passerotti, Worms, 1987, II, p. 71, scheda G 71, fig. 14 a.
A. Ghirardi, Bartolomeo Passerotti pittore (1529-1592), catalogo generale, Rimini, 1990, p. 202, n. 42.

Lot Essay

Luccica la corazza del condottiero e brilla l'elmo piumato poggiato sul tavolo a lato, che rifrange l'immagine d'una finestra a quattro luci. L'uomo addita alle sue spalle il teatro d'un imminente scontro tra una falange di fanti che incedono in file serrate al ritmo dei tamburi e all'ombra di alti vessilli colorati e un gruppo di lancieri a cavallo le cui insegne s'agitano al vento sull'alto delle picche. Il dipinto s'accompagna ad una serie di tele di simile formato che ritraggono uomini d'arme vestiti di corazze, armati di spade e bastoni di comando. Sebbene le tele non ci forniscono informazioni che ci permettano di riconoscere l'identità precisa degli effigiati sappiamo dal Malvasia che almeno quattro ritratti di questa specie di mano del Passerotti si trovavano in Casa Legnani a Bologna: 'Il Sig. Marchese e Senatore Lignani n'ha di superbissimi de' vecchi della sua casa, particolarmente di quattro, che furono insigni nelle giostre e ne' tornei; che però armati tutti di ferro e in attitudini brave e bizzarre, massime con quell'armi che tralucono e abbagliano paiono più veri che dipinti' (Malvasia, Felsina Pittrice, Bologna, 1678, I, p. 190). Di questi, oltre a quello qui in esame, se ne conoscono un paio nel Musée d'Art di Chambery, con un uomo armato di profilo ed uno di tre quarti (forse due della serie Legnani); uno è nella Collezione di Castle Howard in Irlanda ed un tempo attribuito a Tiziano; un quinto è conservato nel Museo y Casa del Greco a Toledo (in cui si è voluto tentativamente riconoscere il volto di don Giovanni d'Austria) ed un sesto è transitato in asta a Firenze ed era identificato tradizionalmente in Marc'Antonio Colonna di ritorno da Lepanto (A. Ghirardi, op. cit., nn. 43-46). Dalle parole del biografo bolognese parrebbe evidente come Passerotti avesse congegnato questa serie (i cui numeri forse superano quelli di quattro ricordati dal Malvasia) 'all'antica': gli effigiati, ossia, anziché essere ritratti di personaggi viventi sarebbero 'ricordi' di antenati illustri, distintisi in qualche impresa bellica d'un passato non troppo remoto e il cui ritratto porta lustro alla casata. D'altronde lo stesso Passerotti viveva in una casa ricchissima e arredata, oltre che di un'infinità di 'antiche medaglie, numerosità di libri singolari in ogni professione, mostri secchi e conservati, animali, frutta ed altre cose impietrite, idoletti, camei, gioie e simili curiosità' di 'Pitture d'huomini eccellenti, Ritratti d'huomini illustri antichi e moderni...' (F. Amadi, Della nobilità di Bologna..., Cremona, 1588, p. 154). La datazione della tela in esame, così come di tutto il gruppo di ritratti di uomini d'arme, è proposta dalla Gherardi attorno al 1575.