Lot Essay
Inedito prezioso, questo grande pastello ci giunge in condizioni di conservazione eccezionali. Da un'iscrizione a penna sul retro dell'antico montaggio si apprende fortunosamente l'identità del personaggio ritratto. Si tratta del marchese Giovanni Carlo Molinari, figlio del comasco Bartolomeo (il cui ritratto a pendant di identiche dimensioni, anch'esso a pastello e proveniente dalla medesima raccolta, è qui presentato al n. 86), proprietario terriero di feudi in Lombardia, nel Varesotto e in Brianza (Mettone, Bubbiano, Casarile, Casirate, Zanavasco e altri).
Giovanni Carlo Molinari intraprende la carriera ecclesiastica. Allievo a Pavia dell' Almo Collegio Borromeo, poi a Roma nel 1734 della Pontificia Accademia Ecclesiastica, Giovanni Carlo giunge al rango di Nunzio Apostolico e al titolo di Arcivescovo di Damasco. È probabile che il ritratto risalga alla metà o alla fine degli anni Trenta del Settecento, a giudicare sia dalla sua età apparente di giovane uomo che dai confronti stilistici che si possono avanzare con pastelli di quest'epoca. Sono questi anni di intenso lavoro per Rosalba, che sul finire del 1730 era rientrata in patria dopo un breve soggiorno alla corte di Vienna. Innumerevoli sono in quel torno di tempo le commissioni che le giungono da mezza Europa sia per ritratti che per figure allegoriche. Il parallelo che pare più immediato è quello col Ritratto d'uomo (forse lui pure un ecclesiastico) della Gemaeldegalerie di Dresda (B. Sani, Rosalba Carriera, Torino 1988, n. 274, p. 312, ill. 240). Con questo pastello il ritratto tedesco condivide (assieme alle simili e generose dimensioni) un analogo taglio della scena, col ritrattato preso di tre quarti, lo sguardo dritto allo spettatore con un sorriso appena abbozzato, mentre con la destra regge lì un candido guanto, qui un foglio ripiegato sul cui spigolo si sofferma la luce.
Dal Dizionario del Casanova (1796) si ricava: 1725, Diploma dell'imperatore Carlo VI per il titolo di marchese a Bartolomeo Molinari sul feudo che avrebbe comprato; 1726, investitura al marchese Bartolomeo Molinari del feudo di Mettone, Bubbiano, Casarile, Casirate, Zanavasco, Cassina Scaccabarozzi, Merlata, Torretta con dazi su pane, vino e carni di Casirate e con diritto di pesca nella roggia Carona. Siziano e le altre terre di questo feudo furono vendute al marchese Carlo Francesco Molinari, fratello del predetto Bartolomeo; successivamente i feudi pervennero a Carlo Francesco, nipote e figlio dei precedenti.
Giovanni Carlo Molinari intraprende la carriera ecclesiastica. Allievo a Pavia dell' Almo Collegio Borromeo, poi a Roma nel 1734 della Pontificia Accademia Ecclesiastica, Giovanni Carlo giunge al rango di Nunzio Apostolico e al titolo di Arcivescovo di Damasco. È probabile che il ritratto risalga alla metà o alla fine degli anni Trenta del Settecento, a giudicare sia dalla sua età apparente di giovane uomo che dai confronti stilistici che si possono avanzare con pastelli di quest'epoca. Sono questi anni di intenso lavoro per Rosalba, che sul finire del 1730 era rientrata in patria dopo un breve soggiorno alla corte di Vienna. Innumerevoli sono in quel torno di tempo le commissioni che le giungono da mezza Europa sia per ritratti che per figure allegoriche. Il parallelo che pare più immediato è quello col Ritratto d'uomo (forse lui pure un ecclesiastico) della Gemaeldegalerie di Dresda (B. Sani, Rosalba Carriera, Torino 1988, n. 274, p. 312, ill. 240). Con questo pastello il ritratto tedesco condivide (assieme alle simili e generose dimensioni) un analogo taglio della scena, col ritrattato preso di tre quarti, lo sguardo dritto allo spettatore con un sorriso appena abbozzato, mentre con la destra regge lì un candido guanto, qui un foglio ripiegato sul cui spigolo si sofferma la luce.
Dal Dizionario del Casanova (1796) si ricava: 1725, Diploma dell'imperatore Carlo VI per il titolo di marchese a Bartolomeo Molinari sul feudo che avrebbe comprato; 1726, investitura al marchese Bartolomeo Molinari del feudo di Mettone, Bubbiano, Casarile, Casirate, Zanavasco, Cassina Scaccabarozzi, Merlata, Torretta con dazi su pane, vino e carni di Casirate e con diritto di pesca nella roggia Carona. Siziano e le altre terre di questo feudo furono vendute al marchese Carlo Francesco Molinari, fratello del predetto Bartolomeo; successivamente i feudi pervennero a Carlo Francesco, nipote e figlio dei precedenti.