Lot Essay
Il tema pessimismo e ottimismo viene da Balla affrontato all'inizio degli anni Venti e sviluppato in una decina di opere: disegni, acquarelli, collages e tele che culminano nel grande olio esposto alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma (Inv. 8162). Scrive la figlia di Balla, Elica: "I migliori futuristi si isolano e i mediocri si uniscono: Giacomo Balla ha fede in quel futurismo che è stato necessario per il cambiamento dei tempi, in quel futurismo che è andato per il mondo a portare una nuova luce, e in questo momento che gli altri si vanno disgregando crea il capolavoro futurista Pessimismo e Ottimismo risultato di osservazioni e considerazioni di ordine sociale, studi di movimento e plasticità in tempi tumultuosi di lotte e contrasti. Pessimismo e ottimismo: contrasto, lotta di due forze opposte e forze entrambe necessarie" (Milano 1986, p. 136).
Delle molte opere realizzate con questo tema, solo la grande tela della GNAM di Roma appare esposta nelle mostre storiche (Biennale Romana, Roma 1925; Amatori e Cultori, Roma 1928; Galleria Il Dipinto, Roma 1930).
Scrive Filippo Tommaso Marinetti nel 1930: "Dopo la guerra, appare finalmente, miracoloso per quanto atteso il capolavoro: Ottimismo e pessimismo. Tutti gli italiani che non hanno ancora penetrato le realizzazioni e le infinite possibilità della pittura possono utilmente osservare quel funebre dentato e membranoso Pessimismo passatista che certamente sarà vinto dall'elastico trasparente cristallino Ottimismo futurista".
L'opera proviene da Casa Balla come testimonia l'etichetta (illeggibile) del vecchio inventario. Nel 1951 è stata esposta a Milano nella mostra dedicata all'arte astratta (etichetta sul retro).
In occasione di una mostra dedicata a Balla dagli amici Ettore Colla e Piero Dorazio (Omaggio a G. Balla Futurista Galleria Origine, Roma 1951), l'artista dichiara a un giornalista: "E oggi sono contento ma anche un po' stupito di tirare fuori le vecchie tele futuriste che avevo messo da parte vent'anni fa. Credevo fossero cose che riguardassero soltanto la mia intimità di artista; invece riguardano anche la storia. Tanto meglio".
(Elena Gigli)
Delle molte opere realizzate con questo tema, solo la grande tela della GNAM di Roma appare esposta nelle mostre storiche (Biennale Romana, Roma 1925; Amatori e Cultori, Roma 1928; Galleria Il Dipinto, Roma 1930).
Scrive Filippo Tommaso Marinetti nel 1930: "Dopo la guerra, appare finalmente, miracoloso per quanto atteso il capolavoro: Ottimismo e pessimismo. Tutti gli italiani che non hanno ancora penetrato le realizzazioni e le infinite possibilità della pittura possono utilmente osservare quel funebre dentato e membranoso Pessimismo passatista che certamente sarà vinto dall'elastico trasparente cristallino Ottimismo futurista".
L'opera proviene da Casa Balla come testimonia l'etichetta (illeggibile) del vecchio inventario. Nel 1951 è stata esposta a Milano nella mostra dedicata all'arte astratta (etichetta sul retro).
In occasione di una mostra dedicata a Balla dagli amici Ettore Colla e Piero Dorazio (Omaggio a G. Balla Futurista Galleria Origine, Roma 1951), l'artista dichiara a un giornalista: "E oggi sono contento ma anche un po' stupito di tirare fuori le vecchie tele futuriste che avevo messo da parte vent'anni fa. Credevo fossero cose che riguardassero soltanto la mia intimità di artista; invece riguardano anche la storia. Tanto meglio".
(Elena Gigli)