Lot Essay
Per fare della pittura bisogna amare la natura; credo che un quadro debba essere altrettanto natura quanto lo è una foglia. Una foglia assomiglia in parte ad un albero, un albero assomiglia al cielo. C'è un solo modo di capire la natura, guardarla più che sentirla; la natura si può dividere in forme che si possono moltiplicare all'infinito; scindendola si scopre la geometria.
Tancredi
Un uomo tanto è più grande quanto più universo ha in sé; un quadro tanto è più grande quanto più universo ha in sé.
Tancredi
Nel brevissimo percorso di Tancredi Parmeggiani, l'artista tragicamente scomparso nel 1964 a soli 37 anni, le opere più interessanti rappresentano una profonda evocazione della natura ottenuta con gli strumenti della pittura.
Il riferimento alla Norvegia che appare nel titolo di questo dipinto è particolarmente significativo. I paesi dell'Europa del Nord rappresentavano per la cultura italiana del periodo l'aspirazione a una più ampia libertà e a una compiuta modernità. Tancredi aveva però sviluppato un particolare legame con questi paesi, da cui proveniva Tove Dietrichson, la ragazza destinata a diventare sua moglie, conosciuta nel 1958 mentre si trovava in Italia per motivi di studio. Dopo averla sposata nel 1959 aveva trascorso con lei l'estate in Svezia e Norvegia. Rimasto profondamente colpito dai colori e dalla luce rielabora in questo dipinto l'atmosfera norvegese attraverso combinazioni di colori freschi e primaverili. L'aria libera, gli spazi aperti sono espressi da accordi di verdi e azzurri che rinnovano la tradizione del paesaggio trasformando la descrizione in astrazione pura. Questo sentimento della natura, ai confini col panteismo si coniuga con un semplice impianto geometrico. Le geometrie di Tancredi non sono mai rigide: il colore è ospitato da una composizione dalla struttura semplice e vitale: nove forme pressoché rettangolari sono distribuite in tre file e tre colonne, separate da zone più chiare. Le forme non sono però perfettamente geometriche e lo schema è ravvivato da una nuvola di colore disposta in diagonale.
Questo dipinto rappresenta perfettamente la fase più fresca e ricca dell'opera dell'artista, quella che si colloca nella seconda metà degli anni Cinquanta, il periodo di massimo fulgore per la pittura Informale e per Tancredi che ne è uno dei massimi esponenti a livello internazionale.
Tancredi
Un uomo tanto è più grande quanto più universo ha in sé; un quadro tanto è più grande quanto più universo ha in sé.
Tancredi
Nel brevissimo percorso di Tancredi Parmeggiani, l'artista tragicamente scomparso nel 1964 a soli 37 anni, le opere più interessanti rappresentano una profonda evocazione della natura ottenuta con gli strumenti della pittura.
Il riferimento alla Norvegia che appare nel titolo di questo dipinto è particolarmente significativo. I paesi dell'Europa del Nord rappresentavano per la cultura italiana del periodo l'aspirazione a una più ampia libertà e a una compiuta modernità. Tancredi aveva però sviluppato un particolare legame con questi paesi, da cui proveniva Tove Dietrichson, la ragazza destinata a diventare sua moglie, conosciuta nel 1958 mentre si trovava in Italia per motivi di studio. Dopo averla sposata nel 1959 aveva trascorso con lei l'estate in Svezia e Norvegia. Rimasto profondamente colpito dai colori e dalla luce rielabora in questo dipinto l'atmosfera norvegese attraverso combinazioni di colori freschi e primaverili. L'aria libera, gli spazi aperti sono espressi da accordi di verdi e azzurri che rinnovano la tradizione del paesaggio trasformando la descrizione in astrazione pura. Questo sentimento della natura, ai confini col panteismo si coniuga con un semplice impianto geometrico. Le geometrie di Tancredi non sono mai rigide: il colore è ospitato da una composizione dalla struttura semplice e vitale: nove forme pressoché rettangolari sono distribuite in tre file e tre colonne, separate da zone più chiare. Le forme non sono però perfettamente geometriche e lo schema è ravvivato da una nuvola di colore disposta in diagonale.
Questo dipinto rappresenta perfettamente la fase più fresca e ricca dell'opera dell'artista, quella che si colloca nella seconda metà degli anni Cinquanta, il periodo di massimo fulgore per la pittura Informale e per Tancredi che ne è uno dei massimi esponenti a livello internazionale.