Giorgio Morandi (1890-1964)
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's… Read more DA UNA COLLEZIONE PRIVATA ITALIANA FROM A PRIVATE ITALIAN COLLECTION
Giorgio Morandi (1890-1964)

Natura morta

Details
Giorgio Morandi (1890-1964)
Natura morta
firmato Morandi (in alto al centro)
olio su tela
cm 28x36
Eseguito nel 1948
Provenance
Collezione P. Rollino, Roma
Galleria Annunciata, Milano
ivi acquisito dal padre dell'attuale proprietario negli anni Sessanta
Literature
F. Arcangeli, Giorgio Morandi, Milano 1964, p. 317
L. Vitali, Giorgio Morandi pittore, Milano 1964, n. 175 (illustrato)
L. Vitali, Morandi. Dipinti, Milano 1977, vol. II, n. 622 (illustrato)
Exhibited
L'Aia, Gemeentemuseum, Giorgio Morandi, 14 aprile - 6 giugno 1954, cat., p. 48
Londra, New Burlington Galleries, Giorgio Morandi, 25 giugno - 24 luglio 1954, cat., n. 45
Winterthur, Kunstmuseum Winterthur, Giorgio Morandi Giacomo Manzù, 24 giugno - 29 luglio 1956, cat., n. 38
Special notice
Artist's Resale Right ("Droit de Suite"). Artist's Resale Right Regulations 2006 apply to this lot, the buyer agrees to pay us an amount equal to the resale royalty provided for in those Regulations, and we undertake to the buyer to pay such amount to the artist's collection agent.
Further details
L'opera è accompagnata da attestato di libera circolazione
The work is accompanied by an export licence


'NATURA MORTA' (STILL LIFE); SIGNED UPPER CENTRE; OIL ON CANVAS

Lot Essay

"Le ragioni del cuore restan presenti, ma quanto difficili a definirsi in parole, anche nella singolare, ma per me bellissima, 'Natura morta' di raccolta privata romana del '48".
F. Arcangeli discute di quest'opera in Giorgio Morandi, Milano 1964, p. 317
Come un gruppo di giocattoli trascurati e inusuali, alcuni oggetti curiosi sono disposti uno accanto all'altro nell'opera Natura Morta. I colori luminosi, rari nelle opere di Giorgio Morandi, aggiungono un accento inaspettato alla composizione: il rosso vivido ed il verde smeraldo delle due metà di una sfera arricchiscono il giallo oro di una bottiglia di forma a imbuto, per creare una risonanza luminosa unificante dentro gli oggetti. Sono individuabili nell'opera alcuni degli oggetti più tipici di Morandi: oltre alla sfera enigmatica e la bottiglia curiosa di forma a imbuto, si riconosce la padella sottosopra di rame di cui Morandi ha dipinto apposta il fondo bianco ed il vaso incavato azzurro e bianco che ha ritratto numerose volte. Sebbene ricorrenti, gli oggetti sono dotati di nuove identità un po' diverse dagli altri in ogni natura morta: posizionate diversamente e illuminati da luci cangianti, interagiscono in un modo nuovo ogni volta, come in una serie di fughe pittoriche. Dietro all'apparente semplicità delle nature morte di Morandi c'è sempre un processo intenso e laborioso di studio, meditazione, e una ricerca all'estetica. In Natura Morta, Morandi ha semplificato e poi ha interrotto l'ordine degli oggetti. Ha incorniciato la scena nel primo piano e ha strutturato la composizione sulla simmetria delle forme: la padella di rame e la bottiglia di forma a imbuto sono posizionate frontalmente, dividendo la composizione in due metà precise. La curva della tavola, comunque, turba questa composizione frontale simmetrica. L'introduzione della sfera piccola ed il vaso che spunta da dietro il gruppo, inoltre, crea una diagonale spaziale che mina l'allineamento solido orizzontale degli oggetti più grandi. Tali dinamiche compositive sono sottili, eppure si prestano alla Natura Morta un senso incantevole di armonia sbilanciata, che invita l'occhio a leggere accuratamente e a considerare i rapporti delicati dei colori, delle forme e della composizione spaziale che sono al centro della natura morta e della ricerca di Morandi all'arte. Nel 1948, l'anno della realizzazione di Natura Morta, Morandi ha ricevuto il primo premio alla Biennale di Venezia. A parte da questo riconoscimento formale, la Biennale ha offerto anche a Morandi un tributo storico: le sue opere metafisiche sono state mostrate per la prima volta insieme come una parte dell'esposizione Tre pittori italiani dal 1910 al 1920, a fianco delle opere di Carlo Carrà e Giorgio de Chirico, come una parte della ricerca retrospettiva di Pittura Metafisica. Stressando il coinvolgimento di Morandi nell'avanguardia italiana è stata data una nuova luce alla sua modernità, riconoscendo l'importanza di quest'artista solitario. Quello stesso anno, Alfred Barr e James Thrall Soby, dal MoMA di New York, vennero in Italia per effettuare alcune ricerche sul Futurismo e sulla Pittura Metafisica in vista dell'esposizione Twentieth-Century Italian Art. All'inizio non molto familiari nei confronti delle opere di Morandi, ben presto i due curatori realizzarono la necessità della presenza dell'artista all'interno della ricerca sull'arte italiana, cominciando a comprendere anche la profondità delle opere più recenti di Morandi. 'Abbiamo cominciato a realizzare,' Soby ha ricordato dopo, 'che Morandi non è stato semplicemente un pittore di bottiglie e occasionalmente di paesaggi, ma un uomo determinato ad esplorare le equazioni sottili delle forme, della composizione e degli effetti atmosferici. Sembrava che, come Chardin, l'artista avesse trovato il mondo esterno contorto senza speranza e avesse preferito fissare continuamente gli oggetti semplici su una tavola nel suo studio, separando i loro volumi e colori per intrecciarsi ancora tramite un'alchimia che ha capito solo Morandi' (J. Thrall Soby, 'A Visit to Morandi,' pp. 5-6, in Giorgio Morandi, exh. cat., Londra, 1970, p. 5). Nata dall'indagine paziente e insistente del mondo silenzioso delle forme e dei colori, Natura Morta allude all'alchimia segreta di Morandi, e allo stesso tempo commemora l'inizio dell'ampio riconoscimento che l'artista ebbe nel Dopoguerra.


"The heart's feelings, although, are difficult to express in words, and that is also the case with the beautiful 1984 'Natura morta', now in private collection".
F. Arcangeli discussing the present work in Giorgio Morandi, Milan 1964, p. 317

Like a group of disregarded, unusual toys, a few curious objects are tightly arranged in Natura morta. Rare in Giorgio Morandi's work, bright colours add an unexpected accent to the composition: the vivid red and deep green of the two halves of a small sphere enhance the golden yellow of a funnel-shaped bottle, creating a luminous, unifying resonance within the objects. Recognisable in the picture are some of Morandi's most unique objects: besides the enigmatic sphere and curious funnel-shaped bottle, one recognises the up-side-down copper pan whose bottom Morandi had purposely painted white and the fluted blue and white vase the artist portrayed numerous times. Although recurrent, the objects are endowed with slightly new identities in each of Morandi's still-lifes: arranged differently and bathed in shifting lights, they resonate with one another in novel ways every time, like in a series of pictorial fugues.
Behind the apparent ease and simplicity of Morandi's still-lifes lied an intense and laborious process of research, meditation and aesthetic quest. In Natura morta, Morandi simplified and then disrupted the order of the objects. He framed the scene in close up and structured the composition around symmetry of forms: the copper pan and the funnel-shaped bottle are arranged frontally, dividing the composition in two exact halves. The curve of the table, however, unsettles this symmetrical frontal arrangement. The introduction of the small sphere and the peeking vase behind the group, moreover, introduces a spatial diagonal that undercuts the solid, horizontal alignment of the larger objects. Such compositional dynamics are subtle, yet they lend to Natura morta an entrancing sense of harmonious off-balance, which invites the eye to peruse and consider the delicate relationships of colours, shapes and spatial arrangements that are at the core of the still-life and of Morandi's entire artistic quest.
In 1948, the year Natura morta was painted, Morandi was awarded the first prize at the Venice Biennale. Beside this formal recognition, the Biennale also offered Morandi an historical tribute: as part of the exhibition Tre pittori italiani dal 1910 al 1920, his Metaphysical paintings were shown for the first time together, alongside those of Carlo Carrà and Giorgio de Chirico, as part of a retrospective survey of Pittura Metafisica. Such distinct and prominent focus on Morandi's involvement with the Italian Avant-garde helped to shed new light onto the modernity and relevance of this solitary artist. That same year, Alfred Barr and James Thrall Soby, from the Museum of Modern Art in New York, came to Italy to carry out research on Futurism and Pittura Metafisica for the upcoming exhibition Twentieth-Century Italian Art. At first not very familiar with Morandi's work, the two curators realised very soon that a survey of Italian art would have not been completed without him. They also began to understand the depth of Morandi's most recent paintings. 'We began to realize', Soby later remembered, 'that Morandi was not simply a painter of bottles and occasional landscapes but a man intent on exploring subtle equations of forms, placing and atmospheric effects. It was as though he, like Chardin, had found the external world hopelessly convoluted and had preferred to stare endlessly at simple objects on a studio table, separating their volumes and colour and the interlocking them again through an alchemy he alone understood' (J. Thrall Soby, 'A Visit to Morandi', pp. 5-6, in Giorgio Morandi, exh. cat., London, 1970, p. 5). Born out of Morandi's patient and persistent enquiry into the silent world of forms and colours, Natura morta alludes to the working of Morandi's secret 'alchemy', while commemorating the beginning of the artist's Post-war wide recognition.