La Pop Art in Italia
Un’intervista con Renato Pennisi, Direttore e Senior specialist di Christie’s Italia, ce ne racconta la nascita, l’evoluzione e la ricezione

Mimmo Rotella (1918-2006), Topolino, 1959. Décollage, cm 88 x 128. €150,000-200,000.
La Pop Art è una corrente artistica del secondo dopoguerra che ha radicalmente cambiato il modo di fare arte contemporanea. C'è chi parla di una vera e propria rivoluzione culturale all'insegna dei valori imposti dal consumismo. Un'intervista con Renato Pennisi, Direttore e Senior specialist di Christie's Italia, ce ne racconta la nascita, l'evoluzione e la ricezione.
Tano Festa (1928-1988), Via Veneto 2, 1961. Legno, carto e tempera su tela, cm 149,7 x 179,7. Estimate: €60,000-90,000. Quest’opera é in vendita a Milano Moderna e Contemporanea presso Christie’s, il 5 e il 6 aprile
Cos’è la Pop Art e qual è l'origine di questo movimento?
Il termine "Pop Art" è l'abbreviazione di "Popular Art": un'arte popolare, in cui "popolare" sta per "di massa", nel senso che si appropria dei mezzi di comunicazione di massa e delle nuove tecnologie per creare opere d’arte. Le opere della Pop Art infatti riprendono la cartellonistica pubblicitaria, gli oggetti di largo consumo e utilizzano la fotografia e i mezzi di ripresa cinematografica, talvolta evidenziando una critica della contemporaneità, dove tutto è diventato merce, compresa l’arte.
Nata in Inghilterra alla fine degli anni '50, attecchisce e fiorisce in America all'inizio degli anni '60 e, di rimando, ritorna in Europa, dove viene accolta nella sua accezione di cultura "di massa", con diverse suggestioni e un nuovo bagaglio di immagini, specialmente in Italia.
La sua consacrazione avviene nel 1964 alla Biennale delle Arti Visive di Venezia, che esporrà le opere degli artisti della scuola newyorkese della Pop Art.
Gli artisti, i luoghi, i temi.
In Italia, la Pop art americana viene accolta con entusiasmo da un gruppo di giovani artisti, che declinano in termini più colti e concettuali le immagini quotidiane del contesto urbano, del boom economico, del nostro patrimonio artistico storico, del mondo del cinema e della pubblicità.
Sono gli artisti di Piazza del Popolo: Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Cesare Tacchi, Renato Mambor. Ad essi fanno eco a Milano gli artisti legati allo Studio Marconi: Baj, Valerio Adami, Emilio Tadini, Lucio del Pezzo.
Tano Festa (1938-1988), ‘Cielo newyorchese’, 1965. Smalto su tela, cm 162 x 130. Estimate: €60,000-80,000. Quest’opera é in vendita a Milano Moderna e Contemporanea presso Christie’s, il 5 e il 6 aprile
Perché questi artisti furono così importanti?
Questi artisti sono stati importanti perché ciascuno di loro ha rappresentato la risposta italiana alla crisi dell'arte informale, interpretando in chiave originale ed autonoma le influenze d’oltreoceano. Ognuno ha rappresentato a pieno i fermenti culturali dell'Italia della "dolce vita", del boom economico, di quel momento così cruciale nell'evoluzione della società e del costume italiano degli anni Sessanta. Non hanno accolto passivamente la moda americana, ma l'hanno interpretata attingendo al ricchissimo patrimonio culturale nazionale, molte volte inventando nuove tecniche realizzative — come ad esempio il decollage di Rotella — o creando nuove icone.
Il loro merito fondamentale è stato quello di aver saputo interpretare i loro tempi, portando una ventata di rivoluzione e colore. La Pop Art non è stata dunque né una critica né un'assimilazione ai valori del consumismo. Bensì, una ricognizione dell'esistente, del mondo che cambiava e delle nuove immagini che portava, attinte ovunque: dalle insegne stradali ai simboli del potere monetario americano, il dollaro, ai poster per strada, al cinema.
Oggi questi artisti sono importantissimi non solo per la rigorosa ed elegante resa estetica di molte delle loro opere, specialmente quelle degli anni '60, ma per ciò che rappresentano: la storicizzazione di un processo di cambiamento del costume e dei valori non solo estetici legati alla cultura pop, che avrebbe per sempre cambiato il nostro modo di vedere e sentire l'arte.
Pop Art italiana e Pop Art americana: quali punti comuni e quali differenze?
Una grande differenza sta nella tradizione artistica e nello storico patrimonio di immagini, a cui gli artisti italiani hanno potuto attingere per sacralizzare in versione pop, immagini gia' "sacre" – come nel caso della Creazione dell’universo di Michelangelo. I nostri artisti dimostrano di avere una spontaneità ed un naïveté giocosa nel reinterpretare "il mito americano" (si pensi, ad esempio, ai Cieli newyorkesi di Tano Festa in asta a Milano) e una straordinaria genialità tecnica (si pensi al Rotella significativamente ispirato al mito di Micky Mouse, realizzato nel 1959 in asta a Milano). E poi in ultimo: Via Veneto — che inoltre è il titolo di un'altra opera di Tano Festa in asta a Milano. Via Veneto, cioè il simbolo della “dolce vita” è un mito creato in Italia, così come le foto da rotocalco dei paparazzi, che poi avrebbero occupato l'immaginario di tanti artisti, fissando in un attimo rapito la visione rutilante del presente.