![BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764].](https://www.christies.com/img/LotImages/2005/RMA/2005_RMA_02470_0488_000(101628).jpg?w=1)
細節
BECCARIA, Cesare. Dei Delitti e delle Pene. [Livorno: Marco Coltellini, 1764].
4°. (215 x 160 mm). (Manca la carta dell'errata, bruniture e fioriture.) Legatura originale in cartonato marmorizzato policromo, rinforzo del sec.XIX in pelle al dorso (piccoli strappi al dorso, sciupata in prossimità degli angoli). Ex libris al contropiatto, e firma di possesso al frontespizio.
PRIMA EDIZIONE IN BARBE dell'opera che segna il punto di partenza della moderna storia del diritto penale. All'inizio del sec.XVIII i metodi della giustizia criminale erano essenzialmente medievali. Il sistema penale era crudele ed arbitrario, i metodi di pena usati barbari e i processi segreti. Con l'avvento dell'Età della Ragione la richiesta di cambiare questo stato di cose divenne più forte. Dei delitti e delle pene si inserisce in questo clima e fu scritto dal Beccaria a soli 26 anni. In esso l'autore sostiene che la gravità del crimine deve essere giudicata in base al danno che questo provoca alla società e la pena deve essere ad esso commisurata. Bisognerebbe perseguire la prevenzione dei crimini piuttosto che concentrarsi sulla pena, e la certezza della pena dovrebbe avere maggiore effetto che la severità. Beccaria denuncia l'uso della tortura, la segretezza dei processi e soprattutto rifiuta la pena capitale. Propone ammende per i crimini contro la proprietà e l'esilio per quelli politici, nonchè il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. Il successo del libro fu immediato e in diciotto mesi si susseguirono ben 6 edizioni. Il libro fu composto tra il marzo del 1763 e il gennaio dell'anno successivo. La scelta dello stampatore cadde sul livornese Marco Coltellini, che già aveva pubblicato le meditazioni del Verri Sulla felicità. L'originale fu trascritto dal Verri e la copia inviata al direttore della tipografia, Giuseppe Aubert, al quale pervenne il 12 aprile 1764. L'esiguo numero di pagine del libro consentì una rapidissima stampa e nel luglio il primo esemplare era già nelle mani dell'autore. PMM 209.
4°. (215 x 160 mm). (Manca la carta dell'errata, bruniture e fioriture.) Legatura originale in cartonato marmorizzato policromo, rinforzo del sec.XIX in pelle al dorso (piccoli strappi al dorso, sciupata in prossimità degli angoli). Ex libris al contropiatto, e firma di possesso al frontespizio.
PRIMA EDIZIONE IN BARBE dell'opera che segna il punto di partenza della moderna storia del diritto penale. All'inizio del sec.XVIII i metodi della giustizia criminale erano essenzialmente medievali. Il sistema penale era crudele ed arbitrario, i metodi di pena usati barbari e i processi segreti. Con l'avvento dell'Età della Ragione la richiesta di cambiare questo stato di cose divenne più forte. Dei delitti e delle pene si inserisce in questo clima e fu scritto dal Beccaria a soli 26 anni. In esso l'autore sostiene che la gravità del crimine deve essere giudicata in base al danno che questo provoca alla società e la pena deve essere ad esso commisurata. Bisognerebbe perseguire la prevenzione dei crimini piuttosto che concentrarsi sulla pena, e la certezza della pena dovrebbe avere maggiore effetto che la severità. Beccaria denuncia l'uso della tortura, la segretezza dei processi e soprattutto rifiuta la pena capitale. Propone ammende per i crimini contro la proprietà e l'esilio per quelli politici, nonchè il miglioramento delle condizioni di vita dei prigionieri. Il successo del libro fu immediato e in diciotto mesi si susseguirono ben 6 edizioni. Il libro fu composto tra il marzo del 1763 e il gennaio dell'anno successivo. La scelta dello stampatore cadde sul livornese Marco Coltellini, che già aveva pubblicato le meditazioni del Verri Sulla felicità. L'originale fu trascritto dal Verri e la copia inviata al direttore della tipografia, Giuseppe Aubert, al quale pervenne il 12 aprile 1764. L'esiguo numero di pagine del libro consentì una rapidissima stampa e nel luglio il primo esemplare era già nelle mani dell'autore. PMM 209.
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